Lo chef tristellato Antonino Cannavacciuolo multato per non essersi presentato in tribunale: il motivo? Impegni lavorativi.
L’idolo degli appassionati di cucina, chef Antonino Cannavacciuolo, non è di certo la prima persona che ci viene in mente quando pensiamo a un possibile chef multato. Cannavacciuolo è sempre visto da tutti come buono, affettuoso e attento, e lo si nota subito anche (e soprattutto) nei due programmi di cucina dove è giudice e conduttore: MasterChef Italia e Cucina da incubo. Ci stupisce quindi la notizia di una multa per lo chef tristellato, che non si è presentato in tribunale come testimone a un’udienza.
La multa allo chef
Doveva presentarsi al tribunale di Ravenna come testimone, ma non si è presentato. Nonostante abbia addotto importanti impegni lavorativi: sembra che stesse girando le nuove puntate di Cucine da incubo, come ha riportato Il Resto del Carlino, molto lontano da Ravenna ovvero a Matera ed era impossibilitato a raggiungere il tribunale.
Il giudice responsabile ha rigettato la giustificazione definendola non sufficiente a configurare un legittimo impedimento. Ha quindi multato il noto chef a un’ammenda di 300 euro: una cifra irrisoria, ma che lascia da pensare visto che la causa era stata intentata dallo stesso Antonino Cannavacciuolo.
La disputa a Cucine da Incubo
Il fulcro della disputa, che ha portato Antonino Cannavacciuolo a rivolgersi nelle opportune sedi, è da ricercarsi proprio in una delle puntate del programma di Cucina da Incubo. I protagonisti sono tre gestori di un ristorante di Ravenna, che hanno appunto partecipato a una delle vecchie puntate del programma tv a tema culinario. Secondo Cannavacciuolo il trio avrebbe utilizzato la sua immagine per sponsorizzare e pubblicizzare la riapertura del loro locale, tutto questo senza neanche informare lo chef e quindi senza alcuna autorizzazione. A seguito di questo comportamento è scattata una denuncia per concorso in contraffazione o uso di opere dell’ingegno o di prodotti industriali.
I proprietari del locale si dicono innocenti, affermando di aver utilizzato esclusivamente il menu concepito dallo chef per quell’occasione e, pertanto, di non avere copiato né violato alcun accordo.
Non è tuttavia tutti qui, almeno secondo Cannavacciuolo, che sostiene sia stata usata una sua gigantografia vicino al nome del locale senza autorizzazione.